Sabato Insieme al Sermig
Sabato 9 novembre trenta ragazzi della scuola media, accompagnati dai genitori e da qualche professore, hanno avuto la possibilità di conoscere la meravigliosa realtà del SERMIG che nasce nel 1964 da un’intuizione del suo fondatore Ernesto Olivero e da un sogno condiviso con alcuni amici: sconfiggere la fame nel mondo e dare un ideale ai giovani cercando insieme a loro le vie della pace. Negli oltre quarant’anni di fondazione, il Sermig ha realizzato 2300 progetti di aiuto e di sviluppo in 89 nazioni, coinvolgendo milioni di persone.
La sede del Sermig è in Piazza Borgo Dora ed è un’ enorme struttura, un tempo fabbrica di armi, ora Arsenale della Pace: luogo di accoglienza, di solidarietà, di formazione, di cultura del dialogo, di preghiera. Il gruppo di Valsalice è stato accompagnato nella visita dei vari ambienti da due volontari della Fraternità: un gruppo di giovani, coppie di sposi, famiglie, monache e monaci che hanno deciso di dedicare la loro vita al servizio dei fratelli cercando di vivere il Vangelo.
La visita ha toccato i locali dell’accoglienza maschile, gli ambulatori medici, la zona dove vengono smistati i vestiti, i medicinali, la cancelleria, gli alimentari e tutto ciò che viene donato al Sermig e di qui spedito là dove serve. E poi ancora il settore dove ogni giorno 200 bambini del quartiere vengono per fare i compiti e giocare, l’ala dedicata alle ragazze madri e poi la bella cappella dove alle 12.00 è stata celebrata l’Eucarestia. Durante l’offertorio è tradizione che passi il “sacchetto della restituzione”, un gesto per impegnarsi a “restituire” agli altri qualcosa di sé: tempo, professionalità, beni spirituali e materiali.
La mattinata si è conclusa con il pranzo consumato insieme nei locali del Sermig: un momento piacevole in cui condividere le impressioni sull’esperienza appena vissuta. Alcuni ragazzi si sono mostrati così colpiti da chiedere di poter ritornare per darsi da fare in prima persona, per esempio aiutando i più piccoli nello svolgimento dei compiti.
fonte: prof.ssa Valentina Fraire